Respinta la richiesta avanzata dalla proprietaria di un immobile e mirata a vedere risolto il contratto di locazione
Niente risoluzione del contratto di locazione – di un immobile ad uso commerciale – quando il ritardato pagamento del canone per alcuni mesi è stato causato dalla pandemia. I giudici, chiamati a prendere in esame la richiesta avanzata dalla proprietaria di un immobile e mirata all’ottenimento della risoluzione del contratto di locazione per il tardivo pagamento del canone per due mesi di fila – come previsto con una clausola ad hoc –, hanno chiarito che non può non assumere importanza decisiva il blocco di tutte le attività produttive disposto dallo Stato con la legislazione d’emergenza in tempo di pandemia, legislazione che ha determinato per la maggior parte dei lavoratori la completa impossibilità di svolgere la propria attività, così influendo fortemente sulla possibilità per gli imprenditori di adempiere le proprie obbligazioni di pagamento, come il canone di locazione del locale adibito ad attività commerciale, per l’appunto. Illogico, infine, consentire al proprietario in credito di chiudere un occhio per due mesi – marzo e aprile 2020 – e poi tornare subito alla carica, senza considerare l’inevitabile effetto che la chiusura ha comportato per l’attività commerciale. (Sentenza del 15 ottobre 2021 del Tribunale di Pistoia)