Immobile acquistato facendo affidamento su un mutuo chiesto tre giorni prima: nessun addebito nei confronti della banca che ha negato il mutuo
Impossibile, secondo i giudici, collegare l’operazione immobiliare con la richiesta di finanziamento

Nessuna responsabilità contrattuale della banca per la mancata concessione di un mutuo, chiesto appena tre giorni prima, al cliente. I giudici sottolineano in premessa che la banca ha piena autonomia decisionale nella valutazione del merito creditizio del proprio cliente e nella conseguente determinazione circa l’erogazione o il diniego del mutuo, ma, aggiungono, nelle trattative anteriori all’eventuale stipula del contratto di mutuo deve, comunque, comportarsi sempre, così come il cliente, secondo buonafede e correttezza e, in caso di rifiuto della richiesta di mutuo, è tenuta a darne, senza indugio, motivata comunicazione al cliente. Nella vicenda presa in esame, però, i giudici ritengono manchi qualsiasi nesso tra la richiesta di mutuo avanzata dal cliente della banca e il contratto preliminare da lui stipulato per l’acquisto di un immobile destinato ad un utilizzo commerciale. Questa convinzione poggia anche sulla constatazione che la banca non aveva effettuato alcuna istruttoria in ordine alla domanda di concessione del mutuo, presentata appena il venerdì precedente, e quindi nessuna seria trattativa tra le parti, cioè istituto di credito e cliente, poteva ritenersi iniziata, né, tantomeno, può ritenersi, in considerazione delle complesse dinamiche bancarie, che il cliente si fosse determinato a concludere il contratto preliminare relativo all’immobile facendo affidamento sulla concessione di un mutuo richiesto soltanto tre giorni prima. (Sentenza del 12 aprile 2022 della Corte d’Appello di Roma)