Ammanchi nei conti condominiali: non bastano le fatture dei creditori non pagate per incolpare l’ex amministratore di essersi appropriato di parecchio denaro

Necessario invece dare dimostrazioni certe che ci si sia stata una consapevole distrazione dei soldi versati dai condòmini

Ammanchi nei conti condominiali: non bastano le fatture dei creditori non pagate per incolpare l’ex amministratore di essersi appropriato di parecchio denaro

Nessun addebito a carico dell’amministratore se, pur essendo emersi alcuni ammanchi, il Condominio non produce prove concrete, ossia gli estratti conto, per dimostrare l’appropriazione illegittima di denaro destinato invece al pagamento dei servizi comuni dello stabile. In questa ottica, produrre semplicemente le fatture emesse e non pagate dei creditori non è elemento sufficiente per attribuire responsabilità all’amministratore, poiché invece è necessario dare dimostrazione concreta che egli abbia distratto i soldi delle quote regolarmente versate dai condòmini e se li sia messi in tasca. In premessa va ribadito che la responsabilità dell’amministratore di Condominio non termina di certo con la fine del suo incarico: su di lui grava una responsabilità di tipo contrattuale che ha durata decennale. Ciò rende possibile, quindi, agire contro l’ex amministratore anche dopo la formale cessazione dell’incarico. Fondamentale, però, che il condominio dimostri la concretezza del presunto credito vantato nei confronti dell’ex amministratore. (Sentenza del 28 marzo 2022 del Tribunale di Roma)

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