Straniero beccato in possesso di due chili di coca: legittima l’espulsione nonostante le due figlie minorenni
Logica la revoca dell’autorizzazione alla permanenza in Italia rilasciata in origine allo straniero per consentirgli di accudire le figlie minorenni

Straniero beccato in possesso di due chili di cocaina: legittima la revoca dell’autorizzazione a permanere in Italia per accudire le figlie minorenni. Sacrosanto, secondo i giudici, il decreto di espulsione emesso dalla Prefettura, a fronte della palese pericolosità sociale dello straniero. Riflettori puntati, nel caso specifico, su un cittadino albanese prossimo all’allontanamento dall’Italia. I giudici ricordano, in premessa, che in tema di autorizzazione temporanea all’ingresso o alla permanenza nel territorio nazionale di un genitore straniero non è sufficiente l’esigenza di tutelare la coesione familiare, ma è necessaria l’allegazione di un concreto pregiudizio che i figli minori rischino di subire per effetto dell’allontanamento del genitore. Di conseguenza, il diniego dell’autorizzazione non può essere fatto derivare automaticamente dalla pronuncia di condanna del genitore extracomunitario per uno dei reati che la norma considera ostativi all’ingresso o al soggiorno dello straniero nel Paese. Tuttavia, la condanna è destinata a rilevare, al pari di altre attività incompatibili con la permanenza in Italia, solo se suscettibile di costituire una minaccia concreta ed attuale per l’ordine pubblico o la sicurezza nazionale. Della vicenda esaminata, poi, i giudici sottolineano la legittimità della revoca dell’autorizzazione alla permanenza in Italia rilasciata in origine allo straniero per consentirgli di accudire le figlie minorenni, revoca motivata dalla sopravvenuta considerazione dell’incompatibilità tra tale autorizzazione e la condotta penale dello straniero, condotta oggettivamente connotata sfavorevolmente anche dalla detenzione di due chili di cocaina. (Ordinanza 5527 del 22 febbraio 2023 della Corte di Cassazione)