Recesso difficile per gli studenti dell’università telematica: confermata la sanzione decisa dall’Antitrust
Codice del consumo applicabile anche ad una università telematica privata a cui sono state contestate pratiche commerciali scorrette e palesemente mirate a danneggiare gli studenti

Via libera alla applicabilità delle sanzioni previste dal ‘Codice del consumo’ alle università. Questa la presa di posizione dei giudici, che hanno confermato la sanzione pecuniaria - per complessivi 250.000 euro - inflitta dall’Antitrust a una università telematica privata. Viene chiarito che, ‘Codice del consumo’ alla mano, per professionista si deve intendere qualsiasi operatore che, nell'ambito delle pratiche commerciali oggetto della specifica disciplina, agisce nel quadro della sua attività commerciale, industriale, artigianale e professionale. Proprio per questo, specifiche sanzioni sono applicabili anche ad una università telematica privata a cui sono state contestate pratiche commerciali scorrette e palesemente mirate a danneggiare gli studenti. Nel caso specifico l’Antitrust aveva contestato, tra l’altro, all’università telematica la frapposizione di ostacoli all’esercizio del diritto di recesso da parte degli studenti. In particolare, si è appurato che l’ateneo aveva ostacolato l’esercizio del diritto di recesso da parte degli studenti, predisponendo un meccanismo di rinnovo automatico dell’iscrizione e subordinando gli effetti economici del recesso non già soltanto al pagamento delle somme dovute per prestazioni pregresse e fruite ma anche al pagamento delle somme maturate dopo la manifestazione del recesso. (Sentenza 4498 del 3 maggio 2023 del Consiglio di Stato)