Pubblicità ingannevole: multa salata per ‘eToro’
La società ha lasciato intendere, tramite la diffusione di messaggi ad hoc sul proprio sito web ha lasciato intendere che i consumatori potessero negoziare in titoli azionari con commissioni pari a zero, mentre non ha evidenziato la presenza di altri costi di varia natura, il rischio di esborsi ulteriori collegati a variazioni dei tassi di cambio, l’esistenza di vincoli operativi e di limitazioni ai diritti del cliente che acquista i titoli azionari, in particolare l’impossibilità di trasferire le azioni ad altri intermediari

Sanzione di 1.300.000 euro a ‘eToro’ per pubblicità ingannevole. Questo il provvedimento adottato dall’Antitrust, secondo cui sul proprio sito (www.etoro.com/it) la società lascia intendere che si possa negoziare in titoli azionari senza dover pagare commissioni, mentre, in realtà, per i consumatori ci sono altri costi di varia natura e vincoli operativi. Tutto ciò spinge l’Antitrust ad affermare che ‘eToro Europe Ltd’ ha diffuso informazioni ingannevoli sulle caratteristiche e sulle condizioni economiche dei servizi di investimento in titoli azionari. In particolare, la società ha violato il Codice del consumo, secondo l’Antitrust, poiché non ha informato subito e in modo adeguato gli utenti circa le condizioni economiche e le caratteristiche tecniche dei prodotti e dei servizi offerti, inducendoli dunque ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbero altrimenti preso. In particolare, la società, tramite la diffusione di messaggi ad hoc sul proprio sito web (www.etoro.com/it) ha lasciato intendere che i consumatori potessero negoziare in titoli azionari con commissioni pari a zero, mentre non ha evidenziato la presenza di altri costi di varia natura, il rischio di esborsi ulteriori collegati a variazioni dei tassi di cambio, l’esistenza di vincoli operativi e di limitazioni ai diritti del cliente che acquista i titoli azionari, in particolare l’impossibilità di trasferire le azioni ad altri intermediari. (Provvedimento del 28 giugno 2023 dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato)