Prestazione di servizi legali: cancellata la clausola che fissa il prezzo solo secondo il principio della tariffa oraria
Necessario comunicare precise informazioni al cliente, così da consentirgli di prendere la decisione con prudenza e piena cognizione delle conseguenze economiche derivanti dalla conclusione del contratto

La clausola di un contratto di prestazione di servizi legali, stipulato tra un avvocato e un consumatore, che fissi il prezzo secondo il principio della tariffa oraria, senza contenere altre precisazioni, non soddisfa l’obbligo di chiarezza e comprensibilità. Di conseguenza, il giudice nazionale può ripristinare la situazione in cui il consumatore si sarebbe trovato in assenza di una clausola abusiva, lasciando il professionista senza compenso per i servizi forniti. I giudici precisano innanzitutto, alla luce del caso loro sottoposto, che la nozione di oggetto principale del contratto ricomprende una clausola che determina l’obbligo del cliente di pagare gli onorari dell’avvocato e specifica la tariffa di quegli stessi onorari. Pertanto, la clausola di un contratto di prestazione di servizi legali stipulato tra un avvocato e un consumatore che fissi il prezzo dei servizi forniti secondo il principio della tariffa oraria rientra in tale nozione. Per quanto riguarda la portata dell’obbligo di formulazione chiara e comprensibile di una clausola di un contratto di prestazione di servizi legali, i giudici sottolineano che, in forza del diritto dell’Unione Europea, tale obbligo va inteso estensivamente. Ciò impone che il contratto esponga in maniera trasparente il funzionamento concreto del meccanismo a cui si riferisce la clausola, di modo che il consumatore sia posto in grado di valutare, sul fondamento di criteri precisi e intelligibili, le conseguenze economiche che gliene derivano. In sostanza, se è vero che non si può esigere che il professionista informi il consumatore riguardo alle conseguenze finanziarie finali del suo impegno, che dipendono da eventi futuri, imprevedibili e indipendenti dalla volontà di detto professionista, ciò non toglie che le informazioni che egli è tenuto a comunicare prima della conclusione del contratto debbano consentire al consumatore di prendere la sua decisione con prudenza e con piena cognizione della possibilità che siffatti eventi si verifichino e delle conseguenze che essi potrebbero comportare per quanto riguarda la durata della prestazione dei servizi legali. In questo quadro si inserisce la precisazione che la clausola di un contratto di prestazione di servizi legali che fissi il prezzo secondo il principio della tariffa oraria, in assenza di informazioni previamente comunicate al consumatore che gli consentano di prendere la sua decisione con prudenza e piena cognizione delle conseguenze economiche derivanti dalla conclusione di tale contratto, non soddisfa l’obbligo di formulazione chiara e comprensibile ai sensi del diritto dell’Unione Europea. (Sentenza del 12 gennaio 2023 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)