Ordinanza sindacale impone alla società il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti: niente remunerazione per i presunti maggiori costi

Impossibile, secondo i giudici, ritenere che il servizio sia stato espletato in mancanza di un valido contratto

Ordinanza sindacale impone alla società il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti: niente remunerazione per i presunti maggiori costi

Priva di fondamento la pretesa avanzata nei confronti di un Comune dalla società che nel territorio comunale ha effettuato il servizio della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani nel periodo compreso tra il 2000 e il 2005 in forza di una ordinanza sindacale urgente. Respinta, nello specifico, la domanda di arricchimento senza causa promossa dalla società nei confronti del Comune al fine di vedersi remunerati i maggiori costi sostenuti per l’espletamento del servizio e poggiata sull’assunto che, pur in difetto di un valido contratto, il servizio era stato reso in forza del citato provvedimento sindacale.  I giudici osservano che la fonte del rapporto va individuata nell’ordinanza sindacale contingibile ed urgente in esecuzione della quale era stata affidato l’espletamento dell’incarico, e ciò in piana applicazione del principio secondo cui l’azione generale di arricchimento ha come presupposto che la locupletazione di un soggetto a danno dell’altro sia avvenuta senza giusta causa, per cui, quando questa sia invece la conseguenza di un contratto o comunque di un altro rapporto, non può dirsi che la causa manchi o sia ingiusta, almeno fino a quando il contratto o l’altro rapporto conservino la propria efficacia obbligatoria. (Ordinanza 24358 del 5 agosto 2022 della Cassazione)

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