In vendita pane sfuso, non confezionato e ottenuto dal completamento della cottura di un prodotto parzialmente precotto e poi surgelato: legittima la sanzione per il discount
Prioritario è rendere il consumatore edotto di una qualità essenziale del pane, cioè il fatto che sia precotto anziché fresco. Perciò il preconfezionamento non è misura incongrua, poiché si aggiunge ad altre (etichettatura e cartellonistica) nel segnalare al consumatore la lavorazione differenziata del pane che si sta per acquistare

Sacrosanta la sanzione per il discount che ha proposto in vendita - con sistema self-service - ai consumatori, in due differenti locali, pane sfuso, senza previo confezionamento, ottenuto dal completamento della cottura di pane parzialmente precotto e poi surgelato. I giudici ricordano, innanzitutto, che qualsiasi tipo di pane precotto, sia che il suo processo di produzione finisca in Italia sia che venga importato già definitivamente cotto (sia pure attraverso un processo di precottura e congelamento), può essere assoggettato, dalla normativa nazionale, ad etichettatura e preconfezionamento. Ciò che preme, poi, è rendere il consumatore edotto di una qualità essenziale del pane, cioè il fatto che sia precotto anziché fresco, e questa è una sicura ragione di utilità sociale, rispetto alla quale il preconfezionamento non è misura incongrua, poiché si aggiunge ad altre (etichettatura e cartellonistica) nel segnalare al consumatore la lavorazione differenziata del pane che si sta per acquistare. Inaccettabile, perciò, la tesi, proposta dal discount, secondo cui il consumatore riceve adeguata protezione – in caso di offerta in vendita di pane ottenuto dal completamento di cottura di pane parzialmente cotto e poi surgelato – laddove, come in questo caso specifico, vengano adottate misure (separati comparti, nonché cartellonistica, frontalini, sacchetti, bilance ed etichette appositi, ecc.) per rendere evidente al consumatore la differenza tra tale tipologia di pane e il pane fresco. (Sentenza 2540 del 27 gennaio 2023 della Corte di Cassazione)