Genitore carente e non in grado di recuperare il proprio ruolo: figli in adozione
Palese la mancanza di una forte motivazione al cambiamento, tale da impedire l’avvio di un percorso di psicoterapia individuale volto all’acquisizione della consapevolezza dei propri disagi emotivi e familiari e delle proprie responsabilità nella vita familiare

Adozione come unica via di salvezza per i figli minorenni se emergono non solo le insufficienti competenze genitoriali della madre e del padre ma anche l’impossibilità per loro di porre rimedio alle proprie carenze in tempi compatibili con la salvaguardia di un sano ed armonioso sviluppo psico-fisico dei minori. Nella vicenda in esame viene posta in risalto prima la incapacità della donna e dell’uomo di occuparsi dei figli e poi e la loro inconsapevolezza dell’inadeguato contesto familiare in cui i figli sono costretti a crescere, e, infine, la mancanza di una forte motivazione al cambiamento, tale da impedire l’avvio di un percorso di psicoterapia individuale volto all’acquisizione della consapevolezza dei propri disagi emotivi e familiari e delle proprie responsabilità nella vita familiare. Impossibile, quindi, optare per la adozione cosiddetta mite che ha il proprio fondamento nella configurabilità di una situazione di semiabbandono, caratterizzata dalla circostanza che la famiglia del minore risulta più o meno insufficiente rispetto ai suoi bisogni ma ha comunque un ruolo attivo e positivo che non è opportuno cancellare totalmente. (Ordinanza 20322 del 23 giugno 2022 della Corte di Cassazione)