Frode informatica e somma addebitata sul conto: risarcimento possibile se manca il comportamento colposo del cliente
Inequivocabile la responsabilità della banca per operazioni effettuate a mezzo di strumenti elettronici

Possibile risarcimento per la cliente di Poste Italiane che si è ritrovata addebitata la somma di 1.000 euro quale diretta conseguenza di una frode informatica subita sul suo conto corrente e sulla sua carta di credito prepagata. I giudici si soffermano sulle peculiarità del rapporto contrattuale relativo al conto corrente telematico. Ciò perché nell’ambito del rapporto di conto corrente con modalità telematiche la regula juris declina la responsabilità della banca per operazioni effettuate a mezzo di strumenti elettronici, con particolare riguardo alla verifica della loro riconducibilità alla volontà del cliente mediante il controllo dell’utilizzazione illecita dei relativi codici da parte di terzi, e sancisce che essa ha natura contrattuale e, quindi, va esclusa se ricorre una situazione di colpa grave del cliente. Di conseguenza, se, come nella vicenda in esame, manca un comportamento colposo del cliente, allora è illogico attribuirgli la responsabilità per l’illegittimo prelievo di denaro dal conto corrente. (Ordinanza 16417 del 20 maggio 2022 della Corte di Cassazione)