Figlia indipendente: la madre divorziata perde la casa coniugale ma non può chiedere un aumento dell’assegno divorzile

La revoca dell’assegnazione della casa familiare al coniuge beneficiario dell’assegno divorzile non giustifica l’automatico aumento di tale assegno

Figlia indipendente: la madre divorziata perde la casa coniugale ma non può chiedere un aumento dell’assegno divorzile

Se la figlia riesce finalmente a diventare indipendente, allora la madre divorziata deve dire addio alla casa coniugale e non può pretendere un aumento dell’assegno divorzile che l’ex marito è tenuto a versarle ogni mese. Respinta, nel caso specifico preso in esame dai giudici, la tesi proposta da una donna e mirata a sostenere che ella aveva subito un danno quando la figlia aveva raggiunto l’indipendenza economica e, perci, le era stato negato il diritto alla assegnazione della casa coniugale. I giudici chiariscono che la revoca dell’assegnazione della casa familiare al coniuge beneficiario dell’assegno divorzile non giustifica l’automatico aumento di tale assegno, trattandosi di un provvedimento che ha come esclusivo presupposto l’accertamento del venir meno dell’interesse dei figli alla conservazione dell’habitat domestico, in conseguenza del raggiungimento della maggiore età e del conseguimento dell’autosufficienza economica, o della cessazione del rapporto di convivenza con il genitore assegnatario dell’immobile. (Ordinanza 9500 del 6 aprile 2023 della Corte di Cassazione)  

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