Distanze tra costruzioni: le norme vanno applicate a prescindere dalla destinazione dello spazio intermedio tra gli edifici

Impossibile, secondo i giudici, escludere la violazione della normativa relativa alle distanze tra edifici solo perché lo spazio tra due fabbricati presenta le caratteristiche di cortile e non di intercapedine

Distanze tra costruzioni: le norme vanno applicate a prescindere dalla destinazione dello spazio intermedio tra gli edifici

Le norme, contenute nel Codice Civile, sulle distanze tra le costruzioni, nonché quelle, più restrittive, che integrano le prime, devono essere applicate indipendentemente dalla destinazione dello spazio intermedio esistente tra edifici e non trovano deroga con riguardo alle prescrizioni sulle dimensioni dei cortili, prescrizioni che, siccome rivolte alla disciplina dei rapporti planovolumetrici tra le costruzioni e gli spazi liberi adiacenti, prescindendo dall'appartenenza di essi ad un unico o a più proprietari, non costituiscono norme integrative di quelle codicistiche in materia di distanze tra costruzioni e non possono escludere l'applicazione delle norme specificatamente dirette alla disciplina di tali distanze.

Questo il paletto fissato dai giudici, chiamati a prendere in esame l’istanza con cui un privato cittadino aveva chiesto l’arretramento del fabbrico confinante con quello di sua proprietà e poso a una distanza inferiore a quella legale. Impossibile, secondo i giudici, escludere la violazione della normativa relativa alle distanze tra edifici solo perché lo spazio tra i due fabbricati presenta le caratteristiche di cortile e non di intercapedine. (Ordinanza 4025 del 9 febbraio 2023 della Corte di Cassazione)

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