Contratto di lavoro a tempo determinato e prospettive di crescita fanno perdere al figlio il mantenimento paterno
Decisivo un dettaglio su tutti, ossia l’assunzione con contratto a tempo determinato e la percezione di uno stipendio mensile appena sufficiente a far fronte alle ordinarie esigenze di vita

Genitore libero dall’obbligo di mantenere il figlio se quest’ultimo ha un lavoro come dipendente, seppur con contratto a tempo determinato, percepisce un dignitoso stipendio mensile e, in prospettiva, ha una capacità lavorativa a rendimenti crescenti, anche considerandone i titoli da studio posseduti. Questa la prospettiva tracciata dai giudici, i quali hanno, nel caso specifico, accolto la richiesta di un uomo intenzionato a liberarsi dall’onere del versamento mensile di 400 euro come contributo di mantenimento per la figlia maggiorenne. L’uomo ha denunciato, in sostanza, la sufficiente autonomia e l’indipendenza economica della figlia, che da anni svolge attività lavorativa alle dipendenze di una ditta e, peraltro, in precedenza ha svolto altri lavori, seppur di natura occasionale, e ha poi aggiunto, per completare il quadro, che la figlia, ormai trentacinquenne, ha conseguito non solo il diploma di laurea ma anche una specializzazione ad hoc e pertanto ha avuto l'opportunità di una idonea formazione e di una adeguata e spendibile capacità lavorativa. Respinte le obiezioni proposte dalla figlia e mirate a sostenere la tesi della sua mancata piena autonomia, anche dal punto di vista economico, richiamando un dettaglio su tutti, ossia l’assunzione con contratto a tempo determinato e la percezione di uno stipendio mensile appena sufficiente a far fronte alle ordinarie esigenze di vita. In conclusione, il diritto del figlio maggiorenne ad essere mantenuto dai genitori si giustifica nei limiti del perseguimento di un progetto educativo e formativo, nel rispetto delle sue capacità ed aspirazioni, e ciò comporta che l'obbligo di corrispondere un assegno di mantenimento per i figli cessa qualora venga dimostrato l'avvenuto l'ingresso dei figli nel mondo del lavoro, seppure con lavori saltuari ed a tempo determinato. (Sentenza del 27 aprile 2023 del Tribunale di Campobasso)