Concordato a rischio a fronte di troppi errori della società
Il riferimento è, nello specifico, alla ingiustificata svalutazione di crediti di rilevante entità, alla dolosa mancata denuncia di debiti e al mancato inserimento di essi nel piano, alla dolosa esposizione di passività insussistenti e alla dolosa errata indicazione di dati di bilancio

Possibile ipotizzare la revoca del concordato se la proposta avanzata dalla società è caratterizzata da troppi errori non catalogabili come frutto di buonafede. Nello specifico caso preso in esame, i giudici hanno ritenuto plausibile un subprocedimento per la revoca del concordato alla luce di alcuni inequivocabili elementi. Per essere precisi, i giudici hanno posto in evidenza: l’ingiustificata svalutazione, nella proposta di concordato, di crediti di rilevante entità; la mancata dolosa denuncia di debiti e il mancato inserimento di essi nel piano; la dolosa esposizione, nella proposta di concordato, di passività insussistenti; la dolosa errata indicazione di dati di bilancio. In particolare, secondo il commissario giudiziale, la consistente svalutazione dei crediti non trova giustificazione, trattandosi di crediti verso debitori notoriamente solvibili o comunque con situazione patrimoniale tale da ritenerli solvibili. E quindi tale condotta è idonea ad integrare fattispecie di dissimulazione dell’attivo, riducendo fittiziamente il patrimonio sociale così da sottrarre risorse che dovrebbero, invece, essere destinate al soddisfacimento dei creditori. Rilevanti, poi, la dolosa mancata denuncia di debiti e il loro mancato inserimento nel piano. Tale condotta è ritenuta idonea ad integrare fattispecie di omissione di enunciazione di passività, peraltro di rilevante entità, destinata ad incidere negativamente sia sulla corretta informazione dei creditori, sia sulle reali percentuali di soddisfacimento dei creditori (percentuali che a fronte di un passivo di maggiore entità potrebbero essere, anche di molto, inferiori a quelle promesse nella proposta di concordato). (Ordinanza del 22 febbraio 2023 del Tribunale di Foggia)