Bimbo caduto da un’altalena: niente risarcimento se il gioco continua ad essere utilizzato

Inutile l’istanza risarcitoria avanzata nei confronti del Comune dai genitori della piccola vittima dell’incidente

Bimbo caduto da un’altalena: niente risarcimento se il gioco continua ad essere utilizzato

Niente risarcimento per i genitori del bimbo caduto da un’altalena all’interno di un parco pubblico se si appura che successivamente a quell’episodio il gioco è stato tranquillamente usato da altri bambini. Questo dettaglio smentisce, difatti, la tesi proposta dai due genitori, tesi secondo cui il figlioletto, in una giornata di estate del 2005, appena salito sull’altalena di un parco di proprietà comunale, era caduto a terra, procurandosi una frattura al gomito, a causa del malfunzionamento dell’altalena, difettosa ed instabile per la presenza dell’asse fuori dai cardini, non segnalato né altrimenti prevedibile. A sostegno della richiesta di risarcimento avanzata nei confronti del Comune ci sono le parole di due testimoni, i quali hanno dichiarato che l’asse dell’altalena era fuori centro e che il minore era stato sbilanciato da tale cattivo funzionamento dell’attrezzo, non visibile né percepibile ad occhio nudo. Ma questa versione è smentita, osservano i giudici, da alcune fotografie e da una nota del Comune, nota in cui si può leggere che da un accurato sopralluogo, effettuato dopo l’incidente, non erano risultati difetti, tanto che i bambini continuavano a servirsi dell’altalena. (Sentenza 9866 del 13 aprile 2023 della Corte di Cassazione)  

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