Aggiudicazione di un immobile: impossibile metterla in discussione solo perché il proprietario ritiene inadeguato il prezzo di vendita
Non decisivo il fatto che il prezzo di vendita sia sensibilmente inferiore al valore posto originariamente

Impossibile dichiarare inefficace il provvedimento di aggiudicazione di un immobile solo perché il proprietario ritiene che sia stato venduto ad un prezzo inadeguato, considerate determinate caratteristiche, ossia metratura - 100 metri quadrati, per la precisione - e posizionamento nella zona centrale del Comune. I giudici richiamano il principio secondo cui non integra un presso ingiusto di aggiudicazione, idoneo a fondare la sospensione prevista in materia di trasferimento di bene espropriato e decisa dal giudice dell’esecuzione quando ritiene che il prezzo offerto sia notevolmente inferiore a quello giusto, quello che sia anche sensibilmente inferiore al valore posto originariamente a base della vendita, ove questa abbia avuto luogo in modo corretto, né si deducano specifici elementi perturbatori della correttezza della relativa procedura, tra cui non si possono annoverare l'andamento o le crisi, sia pure di particolare gravità, del mercato immobiliare. Priva di fondamento, secondo i giudici, la tesi del prezzo di aggiudicazione troppo basso. A questo proposito, i giudici ribadiscono che il potere di sospendere la vendita, attribuito al giudice dell'esecuzione dopo l'aggiudicazione perché il prezzo offerto è notevolmente inferiore a quello giusto, può essere esercitato allorquando: si verifichino fatti nuovi successivi all'aggiudicazione; emerga che nel procedimento di vendita si siano verificate interferenze illecite di natura criminale che abbiano influenzato il procedimento, ivi compresa la stima stessa; il prezzo fissato nella stima posta a base della vendita sia stato frutto di dolo scoperto dopo l'aggiudicazione. (Ordinanza 2224 del 25 gennaio 2023 della Corte di Cassazione)